Go Nagai ospite al Napoli Comicon 2007

Go Nagai, uno dei più amati artisti giapponesi, è stato ospite al Napoli Comicon 2007 per la gioia di tutti i suoi fan.

Autore di personaggi storici quali Ufo Robot Goldrake, Il Grande Mazinga, Mazinga Z, Jeeg Robot, Devilman, ma anche Getter Robot (insieme a Ken Ishikawa), Go Nagai è stato sicuramente il personaggio più atteso di questa edizione ma molto più probabilmente, il più atteso di sempre.
Inutile dire che poter incontrare di persona l’artefice di tanti momenti emozionanti della mia infanzia televisiva (ma non solo) è stata una sensazione difficile da descrivere. Go Nagai è un uomo minuto e sembra un pò timido, ma probabilmente tutto il “movimento” che c’era attorno a lui forse lo ha sorpreso. Ma questo è un mio pensiero. Sta di fatto che lui e il suo entourage si sono messi a disposizione per tutti i giorni in cui è stato ospite al Comicon, rispondendo a domande, firmando autografi e per i più fortunati (tra cui io…) realizzando dei disegni.
Go Nagai ha incontrato una ristretta cerchia di persone il giorno prima dell’apertura della fiera nella saletta della pizzeria Brandi, rispondendo alle domande dei presenti e poi durante la cerimonia di apertura il giovedi sera nelle sale del Castel S. Elmo.
Le domande che sono state rivolte al maestro, sono state varie e su molti argomenti.

In Italia Goldrake è in assoluto il robot più conosciuto e amato probabilmente perchè è stato il primo ad essere trasmesso in Italia. Come è nata l’idea di questo robot che si slega dalla saga dei Mazinger?
A differenza dei “due Mazinger” che nascono dal genio della tecnologia umana, Ufo Robot Grendizer ho voluto fare qualcosa di diverso e l’idea di un robot costruito da una tecnologia extraterrestre era esattamente quello che volevo.

Mazinga Z, il Grande Mazinga, Goldrake, Jeeg, Devilman, e tanti altri. C’è un personaggio a cui è più legato?
Quando lavoro su un personaggio mi dedico totalmente al punto da stabilire un rapporto così profondo da non riuscire a dire oggi qual’è il mio preferito se non quello su cui ci sto lavorando al momento.

Quest’anno (2007 al momento dell’intervista) lei compie quarant’anni di carriera. I personaggi e le opere su cui ha lavorato sono tanti eppure ha quasi sempre lavorato principalmente sui personaggi che ha creato nei suoi primi dieci anni di carriera. Come mai?
Le motivazioni sono essenzialmente due. La prima è che è che il successo di Mazinga Z ha fatto si che le case editrici mi chiedessero sempre storie legate a quel tipo di tematica fantascientifica nonostante io avrei voluto anche realizzare diverse. Sono sempre stato affascinato dai racconti di fantascienza di Leiji Matsumoto in cui attraverso viaggi spaziali, tra eroi e combattimenti c’erano personaggi femminili molto forti nonostante il loro aspetto longilineo e quasi indifeso. Ma le case editrici volevano altro…
La seconda motivazione è legata alla mia insoddisfazione. Nel senso che essendo molto critico verso il mio lavoro, sono ritornato più volte sui miei personaggi per poterli migliorare in base alle conoscenze che ho maturato negli anni.

Quali sono le opere su cui sta lavorando attualmente?
Sto lavorando su due storie storiche incentrate nel periodo feudale del giappone, i Samurai per intenderci. E sto scrivendo anche un manga poliziesco con un detective come protagonista. E vorrei riprendere anche Violence Jack…
E ovviamente anche “Kotetsushin Jeeg” che come ho detto prima, ho voluto rivisitare sfruttando le tecnologie moderne della computer grafica realizzando un’opera totalmente nuova rispetto al passato. La serie storica di Jeeg nasce dall’esigenza di una casa di giocattoli (Takara – ndr) che mi chiese di sviluppare un robot componibile che permettesse l’unione di più parti sulla base di un corpo ad H utilizzato per dei giocattoli da loro prodotti. Con il “nuovo Jeeg” invece il concetto del personaggio che diventa la testa del robot non esiste più perchè è la moto che diventa la cabina di pilotaggio.

Sono in programma altri remake?
Non nell’imminente futuro ma io sono favorevole a questi lavori perchè a differenza degli anni 70 dove per limiti tecnici e di produzione non potevamo soffermarci sui dettagli, oggi con la computer grafica possiamo realizzare cose a quei tempi impensabili. Un esempio sono gli abiti che nelle serie degli anni 70 erano sempre gli stessi. Oggi ci si può dedicare diversamente, in tempi più rapidi e con una resa elevata.

I suoi robot sono pilotati da uomini che sembrano quasi entrare in simbiosi con la macchina, al punto da rendere il robot stesso un’estensione della volontà umana. Cosa ne pensa della tecnologia usata come arma piegata al volere di un solo uomo?
Ogni strumento assume la valenza di chi lo usa. Come nell’essere umano, anche nel robot convive il dualismo positivo/negativo. E’ tutto legato al come e al chi utilizza la tecnologia. 

Come è nata l’idea di disegnare La Divina Commedia?
Ho avuto modo di leggere l’opera di Dante Alighieri quando ero bambino e no sono rimasto affascinato. Mao Dante nasce proprio dall’ispirazione avuta leggendo questo capolavoro e Devilman è stato un modo per riprendere l’argomento in maniera completa dato che Mao Dante è rimasto incompiuto. Disegnare la Divina Commedia è stato il mio modo di farla conoscere in Giappone dove purtroppo non è molto nota.

Ha mai pensato di scrivere le sue opere per un pubblico occidentale invece che giapponese?
Quando ho inziato a disegnare non avrei mai immaginato che avrebbero avuto successo anche nel resto del mondo. C’è però da dire che le reti televisive che hanno commissionato le serie tv hanno apportato alcune modifiche che non sono scelte mie artistiche.

Quali sono stati gli autori che più la hanno influenzato?
Sicuramente posso dire che Osamu Tezuka è l’autore che più preferisco e che mi ha ispirato a diventare un mangaka.

Go Nagai ospite al Napoli Comicon 2007

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